


Intervista esclusiva a Sebastiano Toni, AD Aliante Trust Company
15 Settembre 2011 - Autore: Redazione
Come nasce l’idea del progetto di una trust company e quali sono i vostri obiettivi?
L’idea è nata ormai da più di cinque anni, e tre anni fa è stata formalmente creata una struttura a cui i professionisti, principalmente commercialisti, avvocati e notai, possano fare riferimento in materia di Trust per scegliere il gestore di un trust, quindi il trustee o il supervisore sull’adempimento del relativo regolamento, quindi il guardiano.
Qual’è la chiave del successo della vostra struttura e quali dinamiche avete visto muoversi nel panorama di questi tre anni di attività?
Ritengo che la chiave del successo della Trust Company sia la conseguenza del successo del Trust come strumento realmente duttile e dinamico nel panorama degli istituti volti alla pianificazione e tutela del patrimonio. E’ stato più volte dimostrato che quanto offre il nostro Ordinamento non è in grado di fornire soluzioni ottimali così come può farlo il trust. La segregazione dei beni, erroneamente interpretata da alcuni come fonte di dinamiche elusive, è forse la caratteristica che garantisce la destinazione del patrimonio verso la finalità voluta dal disponente e non certo il sistema per sottrarre i beni ai creditori. Ormai il Trust, anche se materia complessa sulla quale pochi si possono qualificare come esperti, si sta diffondendo perché apprezzato come valida opportunità di protezione patrimoniale soprattutto nei passaggi generazionali, proprio per neutralizzare la successione e quindi la disgregazione del patrimonio.
Alla luce di queste considerazioni, quale fra i progetti futuri di Aliante capeggia sugli altri?
Appro-fondimento e confronto. Aliante ha creato un network in materia di trust che annovera numerosi professionisti che dialogano, si confrontano, commentano le novità, monitorando la dottrina e la giurisprudenza, le legislazioni straniere che regolano il trust, le applicazioni, nell’ottica di sensibilizzare altri professionisti sull’opportunità di far riflettere i propri clienti sul futuro, non solo in termini di pianificazio-ne, ma anche di autotutela dei propri interessi.
Per esempio, di recente la legge di San Marino ha praticamente rivisto la legge in materia di trust offrendo ottime opportunità ai futuri trust, i quali potranno contare anche su una legge scritta in lingua italiana.
Claudia Chiari



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